Il Bonus di Ricerca è un’agevolazione fiscale introdotta dal Decreto Crescita nel 2019 con l’obiettivo di incentivare gli investimenti delle aziende in attività di ricerca e sviluppo.
Si tratta di un credito d’imposta riconosciuto per le spese sostenute in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei 3 periodi d’imposta precedenti.
Analizziamo quindi in cosa consiste nel dettaglio questo bonus, quali sono i soggetti beneficiari e le tipologie di spese ammesse, le modalità di calcolo e utilizzo del credito d’imposta maturato e la procedura di accesso.
Cos’è il Bonus Ricerca
Il Bonus Ricerca e Sviluppo è un’agevolazione fiscale prevista dall’art. 1, comma 198-209, della Legge 160/2019 (Legge di Bilancio 2020) e consiste in un credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti in:
✔️ Attività di ricerca fondamentale
✔️ Ricerca industriale
✔️ Sviluppo sperimentale
Rientrano tra le attività incentivate anche progetti in connessione con i precedenti ambiti come:
- Brevetti ed altri diritti di proprietà industriale
- Competenze tecniche e privative industriali
L’obiettivo è quello di stimolare la spesa privata in R&S, fattore strategico per la crescita economica e la competitività del Paese.
Vediamo quindi più nel dettaglio le caratteristiche e il funzionamento di questa misura.
A chi spetta il Bonus Ricerca
Possono beneficiare del Bonus Ricerca e Sviluppo tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano nonché dal regime contabile adottato, che effettuano investimenti in:
🔸 Attività di ricerca fondamentale 🔸 Ricerca industriale 🔸 Sviluppo sperimentale
Sono quindi potenziali beneficiarie:
✔️ Società di capitali – Srl, Spa, Sapa
✔️ Società di persone – Sas, Snc ✔️ Ditte individuali ✔️ Lavoratori autonomi
Non possono invece accedere al bonus gli enti non commerciali come associazioni, fondazioni, comitati.
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Tipologie di spese ammesse
Il Bonus Ricerca e Sviluppo si concretizza in un credito d’imposta calcolato su una serie di spese ammissibili effettuate dall’impresa, che devono rientrare in determinate categorie:
Spese per il personale
- Ricercatori
- Tecnici
- Altro personale ausiliario
Quote di ammortamento
- Strumenti e attrezzature di laboratorio
- Competenze tecniche e privative industriali
Ricerca contrattuale
- Consulenze
- Servizi equivalenti
Materiali e forniture
- Strumenti e materiali per test e ricerche
- Prototipi o impianti pilota
Analizziamo nel dettaglio queste categorie di spesa agevolabili.
Spese per il personale
Rientrano tra le spese ammissibili al Bonus Ricerca e Sviluppo quelle relative al personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.
Nello specifico, sono agevolabili le spese per:
✔️ Ricercatori – personale impiegato nell’attività di R&S
✔️ Tecnici – direttamente impiegati nelle attività
✔️ Altro personale ausiliario – per il tempo impiegato nei progetti
Per essere ammesse, le spese per il personale devono riferirsi a dipendenti dell’azienda assunti con contratto a tempo determinato o indeterminato oppure collaboratori con contratto di collaborazione.
L’agevolazione spetta anche se il personale non è alle dipendenze dell’impresa ma presta la propria opera tramite contratti di collaborazione o servizi equivalenti.
Quote di ammortamento strumentali
Rientrano tra le spese per le quali è riconosciuto il Bonus Ricerca e Sviluppo anche le quote di ammortamento relative a:
🔸 Strumenti e attrezzature di laboratorio – impiegati esclusivamente per l’attività di R&S agevolata
🔸 Competenze tecniche e privative industriali – brevetti, licenze o software
Per questa voce, la determinazione delle quote agevolabili avviene applicando i coefficienti di ammortamento previsti dal DM 31/12/1988 (Tabella dei coefficienti di ammortamento).
Spese per ricerca contrattuale
Sono ammissibili anche le spese per ricerca commissionata a terzi, come:
🔹Consulenze – prestazioni di terzi per l’attività di R&S
🔹Servizi equivalenti – attività di ricerca acquisite da terzi
Queste spese sono ammesse solo per una quota pari al 20% delle spese complessive agevolabili.
Materiali e forniture
Rientrano infine tra i costi agevolabili per il Bonus Ricerca e Sviluppo anche quelli relativi a:
✔️ Strumenti e materiali – per test, sperimentazioni e realizzazione di prototipi o impianti pilota
✔️ Ricerche bibliografiche – o brevettuali collegate alle attività
Anche questi costi concorrono, come le spese per ricerca commissionata a terzi, solo per una quota pari al 20% del totale.
Modalità di calcolo e utilizzo del credito d’imposta
Il Bonus Ricerca e Sviluppo consiste in un credito d’imposta le cui modalità di calcolo e utilizzo sono regolamentate nel dettaglio dalla normativa. Analizziamo quindi in cosa consiste e come funziona.
Il credito d’imposta spetta in misura pari al 20% della media delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei 3 periodi d’imposta precedenti a quello in corso.
Quindi si calcola come:
20% x (spese periodo d’imposta – media spese 3 anni precedenti)
Se l’azienda non ha sostenuto spese ammissibili nei 3 anni precedenti, il credito d’imposta spetta nella misura del 20% dell’intero importo degli investimenti attivati.
Il credito maturato è poi:
- Utilizzabile solo in compensazione – tramite modello F24
- In 3 quote annuali di pari importo – a partire dal periodo d’imposta successivo
- Cedibile a terzi soggetti, compresi banche e intermediari
Vediamo quindi un esempio pratico di calcolo.
Esempio di calcolo del Bonus Ricerca e Sviluppo
Per comprendere meglio il meccanismo del Bonus R&S, facciamo un esempio pratico di calcolo del credito d’imposta spettante a un’impresa che effettua nel 2023 investimenti in attività di sviluppo sperimentale.
Dati
- Spesa per R&S sostenuta nel 2023: € 300.000
- Spesa media per R&S effettuata nel triennio 2020-2022: € 200.000
Calcolo
- Differenza spese 2023 e media 2020-2022 = € 300.000 – € 200.000 = € 100.000
- Importo eccedenza su cui calcolare il 20% = € 100.000
- Credito d’imposta 20% x € 100.000 = € 20.000
Quindi all’impresa spetta un credito d’imposta di € 20.000 per le spese in R&S del 2023, utilizzabile in compensazione in 3 quote annuali da € 6.666 a partire dal 2024.
Procedura di accesso al Bonus Ricerca
Per accedere al Bonus Ricerca e Sviluppo e ottenere il riconoscimento del relativo credito d’imposta, è necessario seguire una apposita procedura telematica. Analizziamo i passaggi fondamentali.
La procedura prevede le seguenti fasi:
1️⃣ Compilazione modulo domanda e invio dal 1 al 20 del mese di gennaio
2️⃣ Ricezione comunicazione entro 30 giorni di accoglimento o diniego
3️⃣ Utilizzo credito d’imposta secondo modalità ordinarie
La domanda va compilata e inviata esclusivamente con modalità telematiche, tramite il software messo a disposizione sul sito del MISE.
Nella domanda vanno indicate tutte le tipologie di spese sostenute nel periodo d’imposta agevolabile, con il dettaglio dell’importo e della documentazione contabile di supporto.
Entro 30 giorni dall’invio, il Ministero comunica l’esito (accoglimento o eventuale diniego motivato). In caso di accettazione, il credito d’imposta maturato sarà poi utilizzabile seguendo le ordinarie modalità.
Proroghe e aumento aliquota
Con la recente Legge di Bilancio 2023, il Bonus Ricerca e Sviluppo è stato prorogato fino al 2025 e contestualmente è stata prevista una maggiorazione dell’aliquota per specifiche categorie di spesa.
In particolare, dal 2023 l’aliquota è aumentata:
📈Al 40% per spese relative al personale altamente qualificato
📈Al 35% per spese in progetti ecologici o digitalizzazione dei processi
Resta ferma al 20% per le altre categorie di spesa agevolabili.
La proroga triennale e il potenziamento dell’incentivo confermano l’importanza strategica attribuita dal Governo agli investimenti privati in R&S.
Vantaggi del Bonus Ricerca e Sviluppo
Il Bonus Ricerca e Sviluppo presenta una serie di vantaggi diretti e indiretti sia per le imprese beneficiarie che per il sistema Paese nel complesso.
Per le aziende i principali plus sono:
✔️Risparmio fiscale – tramite utilizzo in compensazione del credito d’imposta
✔️Recupero liquidità – cedendo il credito a soggetti terzi
✔️Competitività futura – stimolando gli investimenti in innovazione
Per il Paese:
✔️Maggiori introiti fiscali – effetti positivi sul PIL
✔️Competitività internazionale – rafforzamento high-tech nazionale
✔️Impatto ambientale – eco-innovazioni più diffuse
Cumulo con altri incentivi pubblici
Un ultimo aspetto importante da considerare per le aziende è la possibilità di cumulare il Bonus Ricerca e Sviluppo con altri incentivi pubblici per gli stessi investimenti.
La legge prevede espressamente che il credito d’imposta R&S è cumulabile con altre agevolazioni come:
i️Credito d’imposta Mezzogiorno – aree meno sviluppate
i️Nuova Sabatini – beni strumentali innovativi
i️Patent Box – redditi da IP
Quindi le imprese possono sommare i benefici garantendo la massima convenienza per gli investimenti strategici.
Verifichiamo di seguito alcuni esempi concreti di cumulo per capire meglio il funzionamento operativo di questa opportunità.
Esempio di cumulo con il Credito d’Imposta Mezzogiorno
Il Credito d’Imposta Mezzogiorno consiste in uno sgravio del 45-50% per investimenti nelle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Sicilia) introdotto dall’art. 244 del DL Rilancio 2020.
Esempio
Un’impresa con sede in Sicilia effettua nel 2023 investimenti per € 300.000 in ricerca e sviluppo. Può quindi beneficiare di:
📌Bonus Ricerca (aliquota 20%) – € 60.000
📌Credito d’imposta Sud (aliquota 50%) – € 150.000
Ottenendo così un beneficio complessivo di 210.000 euro.
Esempio di cumulo con la Nuova Sabatini
La Nuova Sabatini è l’agevolazione che prevede un contributo a fondo perduto a fronte di investimenti in beni strumentali.
Esempio
Un’impresa che investe 500.000 euro in un nuovo impianto per la creazione di prototipi industriali innovativi, può godere di:
📌Bonus Ricerca (aliquota 20%) – su € 300.000 spese R&S = € 60.000
📌Nuova Sabatini (aliquota 5%) – su € 500.000 = € 25.000
Ottenendo quindi 85.000 euro complessivi di beneficio fiscale.
Conclusioni
In questa guida abbiamo analizzato nel dettaglio cos’è, come funziona e come richiedere il Bonus Ricerca e Sviluppo: un credito d’imposta per stimolare gli investimenti privati in innovazione tecnologica.
Dopo la recente proroga triennale, si tratta di un’importante opportunità fino al 2025 per conseguire vantaggi fiscali e recuperi di liquidità a fronte delle spese per attività di ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale.
Rivolgendosi a professionisti esperti, le imprese possono verificare la piena conformità dei progetti agevolabili e il corretto calcolo del credito spettante in base ai parametri normativi.
Link ad altre agevolazioni
Ricordiamo che il Bonus R&S è cumulabile con altri incentivi come il Credito d’Imposta Mezzogiorno e la Nuova Sabatini per massimizzare i benefici.
Riferimenti utili
Sul portale ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico sono disponibili tutti i riferimenti normativi e la modulistica necessaria per richiedere questo e altri incentivi alle imprese.
Anche il sito Italia Domani fornisce utili approfondimenti nell’ambito del PNRR.
Spero questi suggerimenti per link interni ed esterni strategici ti siano utili per arricchire di valore l’articolo. Fammi sapere se hai altre domande.